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Starbene Maggio 2017 - Omega 3 benefici per la salute
Starbene Maggio 2017 – Omega 3 benefici per la salute

Omega 3: tutti li conoscono, molti li assumono ma pochi conoscono i loro reali benefici. In questo articolo tratto da Starbene n°24 di Maggio 2017 cercheremo di conoscerli meglio e comprenderne a fondo tutti i reali benefici per la salute.

Questi gli argomenti che tratteremo:

  • Cosa sono gli acidi grassi essenziali
  • Quali sono gli alimenti ricchi di Omega 3
  • I benefici per la salute di cuore e arterie
  • I benefici per la pelle
  • Il loro ruolo nel combattere l’obesità
  • Allergie: l’aiuto degli acidi grassi essenziali
  • La loro importanza nel rallentamento del decadimento delle funzioni cognitive

Cosa sono gli Omega 3?

Gli Omega 3 (o PUFA n-3) sono una categoria di acidi grassi essenziali (come gli omega 6). Caratterizzati dalla posizione del primo doppio legame che, iniziando il conteggio dal carbonio terminale, occupa la terza posizione, da cui il termine Omega-3.

Sono noti soprattutto per la loro presenza nelle membrane cellulari e per il mantenimento della loro integrità. Talvolta sono raggruppati come vitamina F.

Quali sono gli alimenti ricchi di Omega 3?

  • Pesce (EPA e DHA)
  • Olio di pesce (EPA e DHA)
  • Crostacei (EPA e DHA)
  • Noci (ALA)
  • Oli vegetali come l’olio di lino, di semi di canapa, di ribes nero, di sacha inchi e l’olio di colza (ALA)
  • Lecitina di soia
  • Semi di chia (Salvia hispanica)

Gli Omega 3 vengono definiti essenziali nel senso che l’organismo, essendone privo, devi introdurli dall’esterno. «In realtà l’unico grasso polinsaturo veramente essenziale è l’acido alfa linoleico (LA) che viene trasformato dall’organismo in EPA (eicosapentaenoico) e in DHA (acido docosaesaenoico) dall’enzima delta 6 desaturasi», spiega il dottor Salvatore Bardaro, docente di medicina integrata all’università di Siena e Pavia. «In teoria, basterebbe assicurarsi un buon introito di LA (presente nella carne rossa, negli spinaci, nei broccoli, nelle patate, nelle barbabietole e nelle carote) per avere, grazie alla sua trasformazione, livelli ottimali di omega 3 EPA e DHA.

Tutti ne abbiamo bisogno: il precursore funziona bene solo nei giovani che non bevono, non fumano, non assumano farmaci e consumano molto pesce. In tutti gli altri casi, occorre integrarli sia con una dieta ricca di alimenti contenenti omega 3 sia con gli integratori».

Omega3 tante buone ragioni per fare il pieno Starbene (Maggio 2017)
Omega 3: l’articolo del Dott. Bardaro sui benefici degli acidi grassi essenziali per la nostra salute (Starbene n°24 – 2017)

Gli Omega 3 prolungano la salute del cuore e delle arterie

[quote font_size=”24″ font_style=”italic” align=”left” bgcolor=”#” color=”#” bcolor=”#” arrow=”no”]«Un grammo al giorno aiuta, quindi, a tenere alla larga ictus, infarto, ipertensione e trombosi venosa profonda»[/quote]

La storia è nota. Nei primi anni ‘70 si osservò che gli esquimesi, che si cibano prevalentemente del pesce pescato, avevano la più bassa incidenza di malattie cardiovascolari. Insostituibile fonte di omega 3, salmoni e merluzzi riuscivano a fluidificare il sangue, regolando la pressione arteriosa, e ad abbassare i livelli di grassi saturi. Quelli pericolosi che, depositandosi nelle arterie, finiscono per ostruire e spianare la strada agli eventi trombotici. «Si dice che gli omega 3 riducano i trigliceridi. In realtà disgregano anche il colesterolo LDL, la frazione “cattiva”, e mantengono elastico l’endotelio, il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi», puntualizza Bardaro. «Un grammo al giorno aiuta, quindi, a tenere alla larga ictus, infarto, ipertensione e trombosi venosa profonda».

Gli omega 3 proteggono, sfiammano e riparano la pelle

Cosmetiche o con valenza terapeutica, aumentano le creme a base di omega 3. A chi sono indicate? «A grandi e piccini che soffrono di malattie infiammatorie cutanee: psoriasi, dermatite atopica ed eczema costituzionale. Ma anche dermatiti allergiche stagionali o irritative, tipiche di chi usa spesso solventi, coloranti, shampoo e detergenti », spiega il dottor Mauro Picardo, direttore della Fisiopatologia dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma.

«In tutti questi casi si ha un’alterazione della barriera idrolipidica dell’epidermide che, non più integra, diventa vulnerabile a infiammazioni, infezioni e lesioni da grattamento. Gli omega 3 delle creme servono a ricostituire le ceramidi, i principali lipidi della barriera cutanea, contribuendo ad alleviare prurito e processi infiammatori ».

Nelle formule più avanzate si trovano associati agli omega 6, che reintegrano anch’essi la barriera cutanea, e alla vitamina E, che svolge sia un’importante azione riepitelizzante sia il compito di evitare l’ossidazione dei preziosi grassi che veicola. L’importante è spalmarne sempre un velo dopo la doccia integrando le cure topiche, nei casi di infiammazione acuta, con una terapia sistemica a base di omega 3 e omega 6.

Gli Omega 3 combattono obesità.

Secondo i dati diramati il 20 maggio in occasione dell’European Obesity Day, solo in Italia vi sono 6 milioni di persone obese, che potrebbero trarre giovamento da un’assunzione quotidiana di Omega 3. Perché? «Perché tutti gli obesi sono infiammati», risponde il dottor Salvatore Bardaro. «Manifestano cioè la cosidetta low grade chronic inflammation, un’infiammazione sistemica latente dovuta all’eccesso di tessuto adiposo e pronta a scatenare le più disparate malattie, dal diabete al tumore. Inoltre, gli omega 3 favoriscono la lipasi, cioè lo stoccaggio e lo “scioglimento” dei grassi saturi di deposito».

Obesità e stress cronico

Le persone che soffrono di stress cronico possono anche essere più inclini all’obesità, secondo una ricerca condotta da scienziati della UCL che ha coinvolto l’esame di campioni di capelli per i livelli di cortisolo, l’ormone che regola la risposta del corpo allo stress.

Il paper, pubblicato sulla rivista Obesity, ha l’ambizione di mostrare nel dettaglio gli effetti dello stress cronico (ovvero quello che perdura nel tempo, lo stress più deleterio per l’organismo) sul peso corporeo, sul rischio di sovrappeso e sulla difficoltà relativa al mantenimento del peso collegata alla difficoltà a dimagrire.

Approfondisci: 

L’obesità è collegata con i livelli di stress cronico. Un nuovo studio.

La stretta relazione tra stress e infiammazione

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«Sotto stress, infatti, si alza il cortisolo, l’ormone che viene secreto in situazioni di emergenza e che, a piccole dosi, ha un’azione antinfiammatoria. Ma se lo stress diventa il pane quotidiano, il cortisolo si impenna e l’organismo diventa “resistente” alla sua azione. Come una sirena d’allarme che continua a suonare e resta inascoltata. E più si alza, più diventa inefficace svolgendo l’azione opposta a quella concepita dalla natura: diviene, infatti, il detonatore dell’Infiammazione».

di Rossella Briganti, Salvatore Bardaro, tratto da “Starbene”, Marzo 2016

Approfondisci: 

Quando la “misura” è colma a causa dello stress

Allergie, l’aiuto degli Omega 3

«Le ultime ricerche dimostrano che partecipano alla modulazione del sistema immunitario, spostando la risposta immunitaria di tipo TH2, tipica degli allergici che reagiscono a stimoli di per sé innocui, a quella di tipo TH1, presente nelle persone sane, il cui sistema di difesa si allerta solo in presenza di nemici “veri” come virus e batteri», dice Bardaro.

Gli Omega 3 rallentano il decadimento delle funzioni cognitive

Neuromodulatori di importanza cruciale, gli Omega 3 ottimizzano la composizione lipidica delle membrane neuronali. Che cosa significa? «Che per funzionare bene, i neuroni devono avere la giusta quantità di fosfolipidi, sia a livello delle membrane sia all’interno del mitocondrio, il “motore pulsante” delle cellule che produce energia.

Una revisione pubblicata il mese scorso su Nutritional Neuroscience Journal, condotta dall’Università Federale di Rio Grande del Sud di Porto Alegre (Brasile), ha passato in rassegna ben 361 studi inerenti la supplementazione di omega 3 negli anziani affetti da Alzheimer. Tutte le ricerche sono giunte alla conclusione che riescono a rallentare il decadimento delle funzioni cognitive (memoria, concentrazione, manualità, capacità di calcolo, lettura e scrittura), con una sensibile differenza tra gli anziani trattati e quelli a cui, invece, era stato somministrato soltanto un placebo.

Fonte: Starbene, n°24 – Maggio 2017

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