La medicina integrata come medicina basata sulle evidenze

I più letti

Numero speciale della rivista Journal of Medicine and the Person dedicato all’omeopatia ed alla Medicina Integrata (MI) che raccoglie i contributi di alcuni centri di ricerca e gruppi di lavoro che seguono queste discipline come campi emergenti del trattamento medico personalizzato.

La rivista evidenzia come l’attuale letteratura medica mostri una apertura crescente verso l’omeopatia, con articoli su PubMed più che triplicati dal 2000 (5.538 al 2014), e sia orientamento comune che un approccio terapeutico di tipo complementare (MC) rappresenti una integrazione piuttosto che alternativa. Sempre più medici inseriscono metodiche complementari nella loro pratica clinica, riportando risultati migliori, maggior soddisfazione del paziente ed un migliore rapporto costo/efficacia.

L’aumento della prevalenza di condizioni complesse di plurimorbilità richiede una terapia individualizzata: i test clinici randomizzati sono essenziali per le prove di efficacia, ma i loro risultati non possono comprendere la complessa situazione clinica del singolo paziente.

La maggior parte dei principi dell’omeopatia (la similitudine, la sperimentazione su persone sane, l’individualizzazione della prescrizione, l’uso di bassissime dosi di farmaci) si riferisce a criteri scientifici: il principio di similitudine segue un processo paragonabile alla desensibilizzazione delle persone allergiche con piccole dosi di allergeni, ma gli antidepressivi possono alleviare la malinconia in un individuo depresso e causarla in un soggetto sano. Effetti solo in apparenza paradossali; l’omeostasi di qualsiasi sistema complesso si basa sull’equilibrio delle attività antagoniste di sostanze diverse o recettori diversi per la stessa sostanza.

Tale omeostasi può diventare cronicamente perturbata e per riequilibrarla può essere necessario attivare una reazione endogena terapeutica, con una sostanza patogena specifica contenuta nelle piccole dosi del rimedio omeopatico. Il problema principale è stabilire l’efficacia dell’omeopatia utilizzando i severi criteri della medicina basata sull’evidenza, dei dati statistici e la sperimentazione in doppio cieco.

Tra i contributi citati da Bellavite, Koithan descrive le esperienze individuali di pazienti omeopatici che portano ad una migliore comprensione della prospettiva del paziente nel processo terapeutico. Rossi et al. descrivono l’integrazione dell’omeopatia nel sistema sanitario nazionale in Toscana, regione ”laboratorio” di medicina integrativa, dove grazie all’impegno di diversi medici e della SIOMI, le MC sono anche utilizzate in ambulatori del Sistema Sanitario Nazionale e nell’Ospedale di Pitigliano (Grosseto).

Quirk e Sherr hanno organizzato un ambulatorio omeopatico ben strutturato in Tanzania, offrendo ai pazienti un metodo olistico integrativo nel trattamento medico per mitigare gli effetti collaterali di anti-retrovirali, esempio incoraggiante di MI più valido di uno studio di efficacia del farmaco.

La MI rappresenta un sistema di cura di ordine superiore, che ha obiettivi primari il benessere e la guarigione di tutta la persona, efficace nel supporto delle terapie in oncologia, geriatria, pediatria, neurologia e nella fibromialgia. La cautela nel campo delle terapie non integralmente consolidate è un dovere, ma non deve impedire la esplorazione dei potenziali benefici di questi metodi.

J Med Pers, 2015, 13, (1), 1

“METODOLOGIA, Omeopatia e Medicina Integrata, che la mente sia aperta”, di Maria Concetta Giuliano & Francesco Cosentino

spot_img
spot_img

Vanda Magazine