L’Omeopatia non funziona? – Falso
L’Omeopatia non funziona: questa affermazione, anche se spesso ripetuta, è completamente sbagliata.
Le due metanalisi di The Lancet
La più recente “comprehensive systematic review” ha dimostrato che, analizzando solo gli “highest quality randomised controlled trials”, i farmaci omeopatici prescritti durante il trattamento individualizzato si sono rivelati da 1,5 a 2,0 volte più efficaci di un placebo. (1)
L’idea errata che le prove di alta qualità mostrino l’inefficacia dell’omeopatia sembra provenire da un fraintendimento delle tendenze viste in due revisioni sistematiche complete (Linde, 1997 e Shang, 2005).
I risultati contraddittori delle due metanalisi: Linde e Shang
Ecco ciò che i dati presenti in questi studi in realtà dicono:
Il risultato positivo di Linde
“In 1997 Klaus Linde and co-workers identified 89 clinical trials that showed an overall odds ratio of 2.45 in favor of homeopathy over placebo. There was a trend toward smaller benefit from studies of the highest quality, but the 10 trials with the highest Jadad score still showed homeopathy had a statistically significant effect.” 4
“Nel 1997 Klaus Linde e collaboratori individuarono 89 studi clinici che mostravano “an overall odds ratio” di 2,45 in favore dell’omeopatia rispetto al placebo. La tendenza osservata era di un beneficio minore se proveniente da studi di altissima qualità ma – detto questo – i 10 trials con l’ “highest Jada score” mostravano che l’omeopatia ha un effetto statisticamente significativo rispetto al placebo. ”
Il risultato negativo di Shang
Lo studio di Shang del 2005 si proponeva di confrontare la qualità dei trials in omeopatia e medicina convenzionale, analizzando 110 studi simili in ciascuna delle due discipline. Sono stati esaminati 21 trials omeopatici di alta qualità contro 9 trials di medicina convenzionale di alta qualità. Il team di Shang poi ha deciso di analizzare solo 8 di questi studi omeopatici di alta qualità, i quali hanno prodotto risultati negativi sull’efficacia dell’omeopatia rispetto al placebo, ma se si analizzano tutti i 21 trials omeopatici di alta qualità i risultati sono positivi, il che suggerisce che l’omeopatia ha un effetto al di là di placebo. (5)
Le critiche alla metanalisi di Shang
Homeopathy: Meta-Analyses of Pooled Clinical Data, Robert G. Hahn: “Per concludere che l’omeopatia manca di effetti clinici è stato necessario ignorare più del 90% di tutti I trials disponibili”
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Quale è la critica fondamentale alla metanalisi di Shang, secondo cui l’Omeopatia non funziona?
Gli autori, partendo dall’ipotesi che “gli effetti dell’omeopatia debbano essere (must be) effetti placebo aspecifici”, hanno paragonato 110 studi clinici controllati con placebo in omeopatia con altrettanti di medicina convenzionale, estratti a caso dalla letteratura mondiale concernente patologie dello stesso tipo. Curiosamente, i dati sembrano persino favorire l’omeopatia.
Infatti si riporta (traduzione letterale) che “21 trials omeopatici (19%) e 9 convenzionali (8%) sono stati giudicati di buona qualità” e “la maggior parte degli odds ratio indicavano un effetto benefico dell’intervento (figura 2) ”.
Odds ratio qui significa il rapporto tra effetto del farmaco e effetto del placebo
- 1 vuol dire nessun effetto
- meno di 1 vuol dire effetto benefico del farmaco
- più di 1 vuol dire effetto migliore del placebo
Quindi, ad un primo giudizio le ricerche cliniche omeopatiche sono state giudicate di qualità comparabile se non migliore a quelle convenzionali e hanno dato entrambe un risultato complessivamente positivo.
L’Omeopatia non funziona? Cosa non funziona nella metanalisi di The Lancet del 2005
Gli autori quindi notano che “I funnel plots erano asimmetrici, con i trials più piccoli nella parte bassa del plot che mostravano effetti benefici maggiori rispetto ai trials con maggiore numerosità. ”
L’Omeopatia non funziona…se si considerano solo 8 lavori omeopatici e 6 convenzionali, ignorando tutti gli altri
Detto questo, il testo prosegue riportando una nuova analisi ristretta a soli 8 lavori omeopatici e 6 convenzionali situati nella parte alta (quelli più grandi e con minore effetto), tagliando tutti gli altri, senza dire il motivo di tale taglio, o meglio lasciando intendere che quelli piccoli e con SE maggiore non erano attendibili.
Tuttavia non dichiara in nessun punto la ragione di tale “cut-off”, né presenta prove di tale presunta “inattendibilità”.
Il risultato è che “restringendo l’analisi ai trials più grandi di maggiore qualità metodologica, l’odds ratio della meta-analisi è risultato 0.88 (CI: 0.65–1.19) basandosi su 8 trials di omeopatia e 0.58 (CI: 0.39–0.85) basandosi su 6 trials di medicina convenzionale”.
È chiaro che un “odds ratio” in cui il CI attraversa il valore di 1 è non significativo. Pertanto ecco la conclusione, l’unica che ha fatto storia: “Questo risultato è compatibile con la nozione che gli effetti clinici dell’omeopatia sono effetti placebo”.
Continua la lettura: La bufala dell’Omeopatia e del Placebo
Note bibliografiche
1.Mathie RT et al. Randomised placebo-controlled trials of individualised homeopathic treatment: systematic review and meta-analysis. Systematic Reviews, 2014; 3: 142 | Full text
2. Linde K. et al. Are the clinical effects of homeopathy placebo effects? A meta-analysis of placebo-controlled trials. Lancet, 1997; 350:834–843 | PubMed
3. Shang A, Huwiler-Muntener K, Nartey L, et al. Are the clinical effects of homoeopathy placebo effects? Comparative study of placebo-controlled trials of homoeopathy and allopathy. Lancet, 2005; 366: 726–32 | PubMed
4. Hahn RG. Homeopathy: Meta-Analyses of Pooled Clinical Data. Forsch Komplementmed, 2013;20:000–000 Published online: October 17, 2013 DOI: 10.1159/000355916 | PubMed
5. Lewith G, Professor of Health Research at Southampton University, Letter to the Editor, Positive Health, December 2008 | Full Text
A cura di: Redazione. Tratto da https://www.hri-research.org