I problemi del Tecnostress

I più letti

I problemi del Tecnostress

tecnostress omeopatia calandrelli

L’omeoterapia come strumento per contrastare l’impatto negativo delle nuove tecnologie nella sfera psicosociale

Figlia dello stress, l’ansia è una delle costanti del nostro tempo. Essa evidenzia l’incapacità di adattarsi a un evento. Può essere transitoria, cioè legata a una situazione particolare, o di tratto, ovvero quando nisce per caratterizzare stabilmente l’individuo.

Un’altra tipologia di disturbo emotivo oggi molto di moda è il tecnostress, che ormai colpisce il 45% dei lavoratori digitali e che si “scarica” sul nostro sico con mal di testa, calo di concentrazione, stanchezza cronica, insonnia.

Relatore
Prof Andrea Calandrelli

Forlì, 15 Maggio 2016 Centro Convegni Best Western Globus City, Via T.Imperatore, 4 – Forlì

Programma:

Accoglienza ore 8:30 / Inizio ore 9:00 Coffee Break ore 10:30 / Pranzo ore 13:30. Ideazione e organizzazione: Dott.ssa Arianna Danese Tel +39 335 1663112. Segreteria organizzativa: Loredana Quofici: Telefono: 06 79312185 – segreteria@vanda.it

La causa sarebbe l’eccessivo utilizzo di tablet, smartphone e console di gioco. Capace di creare una sorta di confusione tra ciò che i nostri occhi vedono e ciò che il sistema vestibolare, ovvero nervi, canali e fluidi dell’orecchio interno, rileverebbe. Con conseguenti nausee, vertigini e mal di testa.

Quando si passa troppo tempo con la testa china sul cellulare si assume una postura chiamata Text Neck, con la quale si può andare incontro a un forte stress cervicale. Precisamente, secondo uno studio della New York Spine Surgery and Rehabilitation Medicine, è come se le vertebre cervicali fossero caricate da un peso di 27 kilogrammi. Con conseguenze che spaziano dall’usura precoce ai problemi muscolari, fino alla necessità di eventuali interventi chirurgici. La soluzione, sempre secondo lo studio, sta dunque nella prevenzione cercando di mantenere una posizione corretta del capo, con le orecchie allineate alle spalle.

Sempre più spesso, sia per motivi lavorativi che nel tempo libero, si passano molte ore davanti allo schermo del computer. Un utilizzo prolungato che però è causa di affaticamento oculare, con conseguente comparsa di bruciore, arrossamento, lacrimazione, secchezza oculare, fotofobia, annebbiamenti visivi transitori, mal di testa, dolori al collo e alla schiena.

L’utilizzo esagerato del pc può causare l’infiammazione dei nervi del polso, nota come tunnel carpale. I sintomi? Formicolio alle dita, soprattutto di notte, a causa della compressione del nervo mediano all’interno del polso. Che può poi degenerare nella perdita di sensibilità delle dita e di forza della mano. Un disturbo dovuto soprattutto all’utilizzo del mouse perché la continua estensione del polso causa un aumento della pressione all’interno del canale carpale tre volte superiore a quella normale.

Utilizzare lo smartphone o il tablet prima di andare a letto aumenta il rischio di insonnia digitale. Secondo alcuni ricercatori, infatti, gli schermi retroilluminati di pc, tablet e cellulari inibiscono la produzione di melatonina che serve per avere un sonno di qualità ed entrare nel cosiddetto Default Mode Network, ossia lo stato di semi-veglia che precede il sonno.

È un disturbo che interessa soprattutto gli adolescenti, che sempre più spesso rimangono svegli tutta la notte per inviare tweet, chattare o postare sui social. Secondo alcuni ricercatori le motivazioni starebbero, da un lato, nel desiderio degli adolescenti di entrare in contatto con altre persone e, dall’altro, nella voglia di poter godere di un proprio spazio al di fuori degli impegni scolastici ed extrascolastici sempre più pressanti. Peccato, però, che il poco sonno, secondo una ricerca della Goldsmith University di Londra, può portare a sviluppare problemi di carattere mentale come depressione e ansia, oltre che disordini alimentari.

Ti sembra di sentir squillare il telefonino, ma in realtà non c’è nessuna chiamata in arrivo? Allora sei rimasta vittima della ringxiety o ansia da squillo. Secondo un recente studio americano, circa l’80% degli utenti di smartphone ne soffre. Gli scienziati lo ritengono un fenomeno psico-acustico, considerato che il suono di un cellulare è fra i 1.000 e i 6.000 Hertz, frequenza alla quale l’orecchio umano è più sensibile. Mentre secondo lo psicologo americano Larry Rosen la ringxiety è un problema psicologico scatenato dalla proiezione delle nostre ansie sul cellulare che ormai è sempre con noi.

Hai l’abitudine di passare molto tempo a mandare sms o messaggi via WhatsApp? Occhio perché potresti arrivare a soffrire di tendinite da texting, una patologia caratterizzata da un processo infiammatorio che coinvolge in particolar modo i tendini del muscolo estensore lungo e abduttore lungo del pollice, il dito più coinvolto nell’uso del telefono.

A Cura di: Redazione. Si ringrazia Sibilla Di Palma (testo). Continua la lettura su D la Repubblica – Attualità: Tecnostress.

spot_img
spot_img

Vanda Magazine