Omeopatia, nuovi studi scientifici 2017
Dopo 7 anni di osservazioni su oltre migliaia di pazienti, un nuovo studio scientifico sull’omeopatia mostra che la percentuale di guarigione è la stessa, ma usando l’omeopatia ci sono meno effetti collaterali.
EPI3, studio comparativo tra omeopatia e allopatia
Si tratta del più importante studio farmaco-epidemiologico mai realizzato nel campo della medicina generale in Francia.
Validità scientifica dell’omeopatia confrontato con i trattamenti convenzionali
Una ricerca indipendente durata 7 anni ha esaminato il decorso di migliaia di pazienti per stabilire se ci fossero differenze significative tra chi si curava per le malattie più comuni andando da medici allopatici (quelli “convenzionali”) o da medici specializzati in omeopatia.
Il programma di ricerca, denominato EPI3, è stato oggetto di 11 pubblicazioni scientifiche “peer review” indicizzate.
Omeopatia confrontata con allopatia, evidenze scientifiche
Le conclusioni sono le medesime per tutti i disturbi considerati: l’efficacia del trattamento è la stessa, ma chi è andato dagli omeopati ha dimezzato gli antibiotici e gli antinfiammatori ingeriti, e ha ridotto a un terzo gli analsegici e le benzodiazepine (psicofarmaci della famiglia del Valium).
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Lo studio EPI3
Il programma di ricerca EPI3 ha coinvolto inizialmente 825 ambulatori di medicina generale e 8.559 pazienti, allo scopo di misurare i risultati dei trattamenti omeopatici o allopatici prescritti.
Si è scelto quindi di focalizzarsi su tre tipologie di disturbi, che rappresentano la metà dei motivi di consulto in medicina generale:
- infezioni del tratto respiratorio superiore,
- dolori muscolo-scheletrici e
- disturbi del sonno, ansia e depressione.
Per un anno, i pazienti sono stati seguiti per valutarne l’evoluzione clinica, il rischio che non venissero curati con i trattamenti appropriati, la tipologia di medicinali assunti e gli effetti collaterali.
Studi scientifici sull’omeopatia: Prove di efficacia
Confrontando i risultati ottenuti, non sono emerse differenze in termini di efficacia terapeutica, a seconda che si sia seguito un trattamento completamente allopatico, del tutto omeopatico o “misto” (allopatico + omeopatico).
I pazienti degli omeopati guariscono quanto gli altri, riducendo i farmaci con effetti collaterali
Lo studio EPI3 dimostra che l’evoluzione clinica dei pazienti in cura presso medici esperti in omeopatia è generalmente uguale a quella degli altri pazienti, con un’assunzione ridotta di farmaci che possono provocare effetti indesiderati.
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Infezioni delle vie respiratorie
In particolare, nel gruppo di pazienti affetti da infezioni delle vie respiratorie (518 pazienti), il miglioramento è del tutto simile; tuttavia, i pazienti trattati da medici omeopati e medici con pratica mista hanno assunto meno antibiotici (– 57 per cento).
Dolori muscoloscheletrici
In presenza di dolori muscoloscheletrici (1.153 pazienti), a parità di risultati terapeutici, i pazienti trattati da medici omeopati e medici con pratica mista hanno ridotto di quasi la metà il consumo di antinfiammatori (– 46 per cento) e di due terzi quello di analgesici (- 67 per cento).
Disturbi del sonno, ansia e depressione
Per i pazienti affetti da disturbi del sonno, ansia e depressione (710 pazienti), a fronte di un miglioramento clinico corrispondente, nei gruppi omeopatia e misto crolla il consumo di benzodiazepine (- 71 per cento). Si tratta di psicofarmaci, il più conosciuto è il Valium.
Omeopatia, studi scientifici
Nessuna perdita di opportunità terapeutica.
Non trova dunque riscontro nei dati epidemiologici l’affermazione che l’omeopatia non sarebbe efficace e che sarebbe addirittura una perdita di opportunità terapeutica, ovvero che l’approccio degli omeopati impedirebbe di curarsi con medicinali più efficaci.
Anzi, a parità di risultati chi è stato seguito da un medico preparato in omeopatia ha assunto meno farmaci che possono provocare effetti indesiderati.
Tratto da: “Omeopatia vs allopatia, il più grande studio fatto in Francia”, Lifegate: continua la lettura
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