Omeopatia. Farmacisti: un dovere essere preparati. Entrerà nel nuovo codice deontologico
L’omeopatia è riconosciuta per legge medicina a tutti gli effetti, così come i prodotti omeopatici sono classificati come farmaci, dovere del farmacista è essere preparato e non rifiutare di dispensarli, ma anche divulgare cultura sanitaria e veicolare verità, a fronte di informazioni troppo spesso non controllate.
Questo il messaggio emerso dalle parole di Gianfranco Picciau, componente del Comitato Centrale Fofi e di Vittorio Contarina, vicepresidente di Federfarma, a margine del convegno “Il supporto al paziente oncologico: il ruolo del farmacista e l’opportunità dei medicinali omeopatici”, organizzato nell’ambito della manifestazione ‘Farmacistapiù‘, che si è appena tenuta a Roma.
«La Federazione degli Ordini dei farmacisti ha dimostrato grande attenzione verso l’omeopatia, che è riconosciuta per legge medicina a tutti gli effetti, così come i prodotti sono classificati come farmaci – ha sottolineato Picciau – È infatti dovere del farmacista quello di essere preparato e di non potersi rifiutare di dispensare questi medicinali, come qualcuno polemicamente ha auspicato.
Nuovo Codice deontologico
Una sensibilità, quella della Fofi, tale da aver portato a inserire nella nuova stesura del codice deontologico due articoli dedicati alle medicine complementari, in primis l’omeopatia».
E ha aggiunto: «La Fofi si adopera, insieme al suo presidente Andrea Mandelli perché si arrivi a una legiferazione chiara in materia chiara.
La Fofi si sta molto battendo per la professionalità del farmacista e concetti come “presa in carico del paziente” o “farmacista clinico” devono essere valori imprescindibili, perché se vogliamo che la gente torni nelle nostre farmacie e si fidi di noi dobbiamo essere preparati, e questo oltre che un’opportunità è diventato un dovere imprescindibile.
Il ruolo del Farmacista nelle terapie complementari
La figura del farmacista è fondamentale nelle terapie di supporto alle malattie croniche. Oggi abbiamo parlato di terapie oncologiche e qui il ruolo del farmacista – con un dialogo e la presa in carico del paziente e della sua famiglia, perché in certe patologie ci sono aspetti psicologici importantissimi – è fondamentale.
Gestione del paziente oncologico, l’importanza del Farmacista
Il farmacista dunque – ha concluso – può consigliare non a trovare una terapia alternativa, ma coadiuvante che aiuti a migliorare la qualità della vita di pazienti sottoposti a cure anticancro».
Divulgare cultura sanitaria
Sulla stessa linea i titolari di farmacia: «Stiamo vivendo una sorta di ‘medioevo culturale’ dove le fake news la fanno da padrone, con una deriva pericolosissima – ha sottolineato Contarina – E sono indignato dall’attacco che l’omeopatia sta subendo in questi anni, spesso nel silenzio di molti medici.
Il nostro compito di farmacisti – ha aggiunto – è quello di divulgare cultura sanitaria e veicolare verità, a fronte di informazioni troppo spesso non controllate.
Aderenza alla terapie e presa in carico del paziente
In particolare, laddove si fa tanto parlare di aderenza alla terapia e presa in carico del paziente, sono convinto che si debba guardare al farmacista esperto in omeopatia come esempio di vera e propria presa in carico, perché si tratta di un professionista che va sempre in profondità, che guarda al paziente a tutto tondo, che guarda non solo alla malattia ma all’intera sfera personale e famigliare di chi ha di fronte».
Fonte: Farmacista33