“L’idea che “il simile cura il simile” non ha senso”. Falso

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Il simile cura il simile

L’omeopatia si basa sul principio fondamentale che il ‘simile cura il simile’ cioè una sostanza che può causare sintomi se assunta in dosi elevate, può essere utilizzata per trattare i sintomi simili se somministrata in dosi minime.

L’ormesi

L’idea che una sostanza può essere dannosa in grandi quantità, ma utile in piccole quantità non è nuova per la scienza, in realtà questo concetto (‘ormesi‘) è stato sviluppato per decenni ed è sempre stato ben documentato in campi come la biologia e la tossicologia.

Il simile che cura il simile (domande frequenti omeopatia)

Legge dei simili: esempi tratti dall’allopatia

Esistono anche esempi di ‘simile che cura il simile’ nella medicina convenzionale. Per esempio:

  • Digitalis in dosi elevate provoca arrhythimias, ma questo farmaco è utilizzato di routine in bassi dosaggi per trattare questa condizione.
  • Il farmaco a base di anfetamine stimolanti Ritalin è usato per curare deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
  • Piccole dosi di allergeni come pollini sono utilizzati per de-sensibilizzare i pazienti allergici.

Tuttavia una differenza importante in omeopatia è che le dosi somministrate sono così piccole da rendere nulli gli effetti collaterali.

I medicinali omeopatici diluiti fino a 12C o 30x conterranno molecole della sostanza originale di cui sono fatti.

Riguardo alle “higher potencies “, essi sono quei rimedi che non contengono molecole. Sono giudicati controversi in quanto non è stata fatta ancora chiarezza sul loro meccanismo d’azione.

Il Simile cura il simile. Per approfondire vedi anche:

Il principio di similitudine in Omeopatia

Oppure:

“Secondo il “simile” hahnemanniano, il malato si trova in una situazione fisiopatologica di disregolazione tale per cui i suoi sintomi sono l’espressione di una attivazione – inibizione di determinati sistemi omeodinamici coinvolti nella malattia. Pertanto, per andare a “toccare” farmacologicamente quegli stessi sistemi e regolarli in esso terapeutico, è plausibile che si possa usare quel medicinale che nel sano provoca gli stessi sintomi, a fronte di un simile trattamento il malato risponde in modo che il disordine viene reversibilizzato avviando un processo di guarigione integrato su diversi livelli”

Tratto da: Paolo Bellavite, La Complessità in Medicina, Tecniche Nuove – 2009


A cura di: Redazione. Tratto da https://www.hri-research.org

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